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Secondo numerosi studi la bellezza apre le porte al lavoro e alla carriera. Ma quanto conta davvero la bellezza ai fini lavorativi?
Siamo abituati a credere che la bellezza sia un requisito indispensabile solo per chi lavora nel mondo dello spettacolo, nella moda o nel cinema, ma siamo sicuri che un aspetto gradevole e curato non sia un lasciapassare in tutti i tipi di lavoro?
Mi è capitato di recente di leggere un interessantissimo studio condotto qualche anno fa da Daniel Hamermesh, professore di economia all’Università di Austin in Texas, che ha studiato per anni la relazione tra le dinamiche economiche e la bellezza .
Nel suo libro:“Beauty pays” (letteralmente “La bellezza paga”), sostiene che le persone attraenti sono quelle destinate ad avere più successo nel lavoro. Secondo i suoi approfondimenti gli uomini di bell’aspetto hanno il 4% di possibilità in più di scalare la vetta e ricoprire ruoli dirigenziali mentre le donne hanno addirittura l’8% di possibilità in più di fare carriera.
Stando alla tesi del professore americano la bellezza al lavoro pagherebbe eccome e a rafforzare questa opinione anche un altro professore americano, Timothy Judge, sostiene che la bellezza aumenta l’autostima e catalizza l’attenzione degli altri.
Se ci pensiamo anche noi siamo più propensi a guardare in modo più prolungato un bel viso rispetto a uno sgradevole, e durante un incontro o un colloquio siamo solitamente maggiormente disposti ad ascoltare con attenzione quello che ci viene raccontato.
Anche il sociologo Jean-François Amadieu non nutre dubbi tra la correlazione bellezza e lavoro, e sostiene che gli individui più attraenti hanno migliori opportunità di essere assunti durante il processo di selezione e cita uno studio condotto dall’Osservatorio delle Discriminazioni secondo il quale, di fronte a CV identici, la candidatura di un uomo dall’aspetto standard ottiene il doppio di risposte positive rispetto a quella di un uomo dal volto sgraziato.
Stando a quanto riportano questi studi, l’aspetto fisico è dunque un criterio di assunzione e di promozione perché una persona attraente è giudicata più intelligente, ambiziosa ed equilibrata mentre quella meno attraente è percepita come trascurabile e meno dotata.
Quindi le persone meno attraenti devono rassegnarsi a una vita nelle retrovie lavorative? Assolutamente no. Infatti ci sono altrettanti studi che dimostrano il contrario, ovvero che l’avvenenza fisica possa rappresentare un ostacolo al successo e alla carriera.
La bellezza quindi potrebbe essere un problema che costringe a combattere contro pregiudizi e luoghi comuni, alcuni sostengono infatti che le donne di bell’aspetto fatichino più di altre ad essere apprezzate e godano di scarsa considerazione sia tra le colleghe, spesso invidiose, sia tra i capi, più attenti a valutare le doti fisiche rispetto a quelle professionali; questo capita soprattutto tra coloro che non vanno oltre la superficie.
La conclusione? La bellezza può fare la differenza nel privato come nel lavoro, ma non è una regola e spesso non succede.
Credo invece che la cura del nostro aspetto esteriore sia importante per mantenere alta l’autostima e preservare la sicurezza e l’amore per sé stessi che è la chiave che apre molte porte.
Se ti interessa approfondire le tematiche che ruotano intorno al variegato mondo della bellezza leggi anche “Dismorfofobia da Snapchat: chirurgia plastica per assomigliare ai filtri dei social network”.
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