Rinoplastica: 3 cose da sapere sul rifarsi il naso

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La rinoplastica è un intervento chirurgico che consiste nel rimodellamento del setto nasale e della piramide nasale per finalità estetiche o funzionali.

La percezione estetica del proprio volto e l’accettazione della propria immagine sono spesso compromesse dall’irregolarità di un naso che può minare anche la socialità di un paziente.

Come è fatto il naso e a cosa serve

Il naso è un organo posto al centro del viso, rappresenta la parte iniziale delle vie respiratorie e ha una duplice attività:

  • respiratoria, l’aria inspirata passa inizialmente nelle fosse nasali attraverso le narici dove viene riscaldata, umidificata e depurata e prosegue il suo tragitto verso i polmoni.
  • olfattiva, la mucosa superiore registra i segnali olfattivi e attraverso il bulbo e il nervo olfattivo vengono trasmessi al cervello.

Il naso è composto da ossa, le ossa nasali e la mascella, e da cartilagine, che è la punta del naso.

All’interno del naso ci sono le due fosse nasali, lunghi canali rivestiti di mucosa, che da una parte sfociano nelle narici e dall’altra comunicano, attraverso due aperture dette coane, con la parte superiore della faringe (chiamata rinofaringe).

La mucosa che ricopre le fosse nasali è divisa in due parti:

  • olfattiva o superiore composta da cellule olfattive, bulbi olfattivi e nervi olfattivi.
  • respiratoria o inferiore composta da una rete vascolare, per il riscaldamento dell’aria inspirata, e da muco e ciglia, che umidificano e depurano la stessa.

Il setto nasale separa le due fosse ed è costituito da cartilagine e osso.

Che cos’è la rinoplastica e a cosa serve

La rinoplastica o chirurgia di rimodellamento del naso è uno degli interventi più richiesti e consente di modificare la forma e le dimensioni del naso al fine di migliorare l’armonia del viso senza stravolgere la sua fisionomia.

La chirurgia estetica del naso, nello specifico, consente di:

  • aumentare o diminuire le dimensioni del naso (troppo piccolo, troppo grande o troppo largo).
  • cambiare la forma del dorso (incavato o con presenza di gobba o gibbo).
  • cambiare la forma della punta (troppo larga, troppo stretta o troppo lunga).
  • modificare l’ampiezza delle narici.
  • cambiare l’angolo tra la fronte e il naso.
  • cambiare l’angolo tra il naso e il labbro superiore.
  • correggere difetti post-traumatici.
  • correggere difetti congeniti.
  • risolvere problemi respiratori.

Come è nata la rinoplastica?

La rinoplastica non è un’invenzione moderna.

In India e in Egitto nel 2000 a.C., per riparare ai danni dell’amputazione del naso subita da coloro che si erano macchiati del reato di adulterio o di altri crimini, furono eseguiti i primi interventi di chirurgia ricostruttiva del naso.

Nel trattato di chirurgia Hindù scritto da Sushruta nel Samhità nell’800 a.C. viene descritta la tecnica di ricostruzione della piramide nasale attraverso l’uso di lembi cutanei prelevati dalla fronte e dalle guance.

Nell’età romana, Aulo Cornelio Celso (25 a.C. – 50 d.C.) nel suo trattato “De Medicina” descrisse una tecnica per la ricostruzione del naso.

Dopo diversi secoli di silenzio, nell’opera chirurgica “La Rolandina” di Maestro Rolando Capezzuti di Parma e nel trattato “Chirurgia” di Enrico di Mondeville ci sono riferimenti alla chirurgia ricostruttiva del naso.

Nel XV secolo quando la rinoplastica è diventata una tecnica chirurgica distinta dalla chirurgia generale, Gustavo e Antonio Branca di Catania (1450) utilizzavano lembi cutanei delle guance e della zona interna della bocca per le lesioni e ricostruzione delle narici.

Antonio Branca fu inoltre l’inventore di una tecnica che attraverso l’uso di un lembo peduncolato del braccio unito al moncone del naso permetteva la ricostruzione e la rivascolarizzazione dei tessuti della piramide nasale.

Gaspare Tagliacozzi (1545-1599) con il trattato “De Curtorum Chirurgia per insitione”, rifacendosi alla tecnica di Antonio Branca, fu il fondatore della chirurgia plastica.

Nel 1800 nel mondo Giuseppe Costantino Carpue, Roe, Dieffenbach e Joseph si dedicarono alla chirurgia del naso e in Italia fu Luigi Porta (1800-1875) che perfezionò alcune tecniche di chirurgia plastica del naso, tra cui la rinoplastica parziale (attraverso lembi di pelle dalla guancia) e la rinoplastica malare con metodo genio-labiale.

Le tecniche di rinoplastica

In base alla cronologia dell’intervento, l’etnia del paziente e la tecnica utilizzata, la rinoplastica viene denominata:

  • primaria.
  • secondaria.
  • etnica.
  • chiusa.
  • aperta.

La rinoplastica primaria o secondaria

La rinoplastica è primaria quando viene eseguita per la prima volta, mentre quella secondaria mira ad eliminare quei difetti che non è stato possibile correggere con il primo intervento o che sono stati provocati da una pregressa rinoplastica.

Può capitare che a causa dell’importanza del trauma subito o della gravità della malformazione alcuni pazienti abbiano bisogno di diversi interventi per correggere o risolvere il problema.

La rinoplastica etnica

La rinoplastica etnica, come già si intuisce, è rivolta solo a pazienti di origine asiatica o afroamericana che desiderano ottenere una modifica dei loro lineamenti al fine di renderli più “occidentali” e tiene in considerazione le caratteristiche di cute, sottocute, conformazione e consistenza delle strutture osteo-cartilaginee.

La rinoplastica chiusa

La tecnica di rinoplastica chiusa è indicata per correggere piccoli difetti, soprattutto sulla punta, e nasi senza grosse asimmetrie o grandi deviazioni della piramide nasale.

La rinoplastica chiusa consiste nell’effettuare le incisioni all’interno del naso, passando attraverso le narici evitando così cicatrici.

La rinoplastica aperta

Diversamente dalla chiusa, la rinoplastica aperta è scelta per correggere difetti importanti della punta come asimmetrie, punta bulbosa, naso a “pinocchio”, “pinched-nose”, punta bifida o deviata oppure per correggere esiti di labiopalatoschisi, nelle rinoplastiche secondarie o post-traumatiche, quindi difetti delle strutture osteo-cartilaginee.

Questa tecnica consiste in incisioni effettuate all’interno del naso passando attraverso le narici, come nella rinoplastica chiusa, ma anche un’incisione sulla columella alla base della piramide nasale evitando così cicatrici.

Poiché non esiste un’unica tecnica valida per tutti i tipi di intervento, un bravo chirurgo conosce e sa eseguire sia l’una che l’altra tecnica a seconda del difetto che si vuole correggere.

Inoltre, la rinoplastica può essere eseguita anche in associazione alla chirurgia funzionale del naso:

  • rinosettoplastica.
  • chirurgia dei polipi nasali.
  • chirurgia dei turbinati.

Esami prima dell’intervento

A seguito della vista dal chirurgo plastico, per sostenere l’intervento di rinoplastica sono necessari i seguenti esami:

  • esami del sangue.
  • elettrocardiogramma.
  • radiografia del torace.
  • consulenza anestesiologica.

Il post-intervento

L’intervento si esegue in anestesia generale e può durare circa 1 ora a seconda della tecnica utilizzata e del difetto da correggere.

Dopo l’intervento, il paziente indossa da subito un tutore rigido per 7 giorni che verrà poi sostituito con cerotti di carta per ulteriori 7 giorni.

Nei 2 giorni successivi all’intervento si consiglia riposo con la testa sollevata e successivamente si può riprendere la normale attività evitando però:

  • attività faticose.
  • saune e bagni turchi.
  • esposizione al sole per evitare pigmentazioni brune.
  • assunzione di cibi e bevande molto calde.

Nel corso di 15 giorni tendono a scomparire ecchimosi e tumefazioni sottozigomatiche e palpebrali e per 30 giorni dall’intervento è sconsigliato usare gli occhiali e svolgere attività “pericolose” che potrebbero arrecare traumi al naso.

A che età è possibile sottoporsi alla rinoplastica?

L’intervento chirurgico sul naso può essere eseguito solo dopo i16 anni nella donna e i 18 nell’uomo.

Quando è meglio operarsi?

L’intervento di rinoplastica in teoria può essere eseguito in qualsiasi periodo dell’anno, ma è meglio evitare i mesi caldi dell’estate, come luglio e agosto, perché il caldo favorisce l’edema e l’ipertrofia dei tessuti cicatriziali.

Rischi della rinoplastica

Oltre alle complicanze generiche comuni ad ogni intervento chirurgico (rischio anestesiologico, infezione, sanguinamento), la rinoplastica presenta il rischio di complicanze specifiche come sanguinamento, edema della mucosa nasale e occhiaie scure.

  • sanguinamento: al termine dell’intervento di rinoplastica, all’interno delle narici vengono posizionati dei tamponi nasali, il cui scopo è ridurre il sanguinamento e limitare il rischio di ematoma, che successivamente vengono rimossi dopo 24 ore.

Spesso subito dopo la rimozione può verificarsi una epistassi (sanguinamento dal naso).

  • edema della mucosa nasale: la rinoplastica estetica, anche se non apporta modifiche alla parte funzionale del naso, potrebbe creare un peggioramento temporaneo della respirazione, principalmente dovuto all’edema della mucosa nasale.
  • lividi e occhiaie scure: può capitare che gonfiore o lividi possono restare visibili più di 15 giorni e in soggetti di pelle particolarmente chiara, la formazione di occhiaie scure dovute al pigmento ematico possono persistere per diversi mesi.

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