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Dott. Tassinari, in questo periodo di emergenza per il coronavirus lei ha attivato un servizio di telemedicina. Com’è nata l’idea?
Ho iniziato a offrire alla comunità questo servizio di telemedicina per avvicinarmi alle persone che mi seguono, ma che per motivi di distanza e soprattutto ora, a causa del coronavirus, non potevano venire a farsi visitare. Ho pensato di farlo gratuitamente, appunto per questa emergenza, e in quanto medico ho pensato che potesse essere un servizio per la collettività.
Tra l’altro, ho dato la mia disponibilità per questa emergenza sia in Lombardia che in Emilia Romagna, ma per il momento non sono stato reclutato. Essere utili alla collettività è anche stare vicino alle followers e prestare il mio servizio di Chirurgo Plastico, tanto prima o poi dovremo tornare alla routine.
Nel frattempo, ho voluto portare un po’ di normalità e di professionalità nelle case. Mi è sembrata una cosa funzionale. Ho avuto un ottimo riscontro e sono molto contento di averlo proposto. Può essere che possa continuare una volta tornati alla normalità, però in tal caso sarà a pagamento.
Come si svolge una seduta di telemedicina in epoca di coronavirus?
E’ molto semplice. Le persone interessate ad avere un primo incontro, che sarà per ovvi motivi, virtuale, è sufficiente che contattino la mia segretaria e lei provvederà a spiegare tutto nel dettaglio. Risulterà un’operazione piuttosto semplice e rapida.
Un po’ tutti noi ci siamo attrezzati con applicazioni molto performanti per rimanere vicino con le videochiamate e allora perché non utilizzarle anche a scopo professionale? Ho notato che sempre più persone hanno la necessità di non sentirsi soli e di cercare un po’ di “normalità”, specie ora a distanza di 5 settimane dal lockdown completo dell’Italia.
Che tipo di persona la contatta?
Mi hanno contattato in alcune centinaia per diversi motivi e potrei dirti che alcuni mi hanno videochiamato perché dovevano venire a visita in ambulatorio e volevano quindi anticiparmi la loro richiesta.
Tra l’altro, uno dei vantaggi di questa iniziativa, è quella che, volendo, si può vedere il corpo della paziente e quindi rendersi conto, a grandi linee, dell’inestetismo. Ciò consente di riuscire a formulare un preventivo di massima, prescrivendo alcuni esami di approfondimento (da fare quando sarà possibile).
Sono pazienti già noti o persone sconosciute?
Le mie pazienti sono “pseudoconosciute”, conosciute virtualmente, perché sono followers che interagiscono con me, alcune da mesi, altre oramai da anni. Vi sono poi pazienti che ho operato o trattato, ma anche semplicemente persone che stanno studiando e cercando un chirurgo plastico che possa ispirarlo.
Quali sono le richieste più frequenti che ha ricevuto? Ce n’è stata qualcuna strampalata?
No, nessuna richiesta particolare, ho la fortuna di avere un seguito molto educato e anzi, spesso spessissimo mi fanno sorridere, perché hanno uno humor molto spiccato. Mi sento molto fortunato dei contatti che ho sviluppato in questi anni di duro lavoro. Ho sempre impostato il mio modo di comunicare così: leale, diretto e genuino. Questo ha fatto sì che filtrassi persone che sviluppano una linea di comunicazione analoga alla mia. Sono molto contento, perché avevo in mente un modo di lavorare e comunicare con le pazienti e sono riuscito a realizzarlo.
Tornando alla domanda, le domande più frequenti riguardano ovviamente inestetismi a carico del seno: dalla contrattura capsulare alla sostituzione delle protesi, a complicanze di altri interventi chirurgici. Sono aumentati tanti le richieste di pareri su interventi eseguiti da altri chirurghi, venuti non proprio bene. Credo che sia perché sono riuscito a trasmettere professionalità e serietà tramite questi canali social ed il sito. Vi assicuro che non è semplice e scontato.
Una volta conclusa l’emergenza, se deciderà di proseguire questa esperienza, la telemedicina potrebbe diventare uno strumento per un primo contatto?
Sì penso proprio di sì, perché ci sono diverse persone che non vengono da me perché abitano molto lontano. La telemedicina credo possa essere un modo per avvicinarmi a loro, almeno per un primo incontro, poi ognuno potrà decidere se proseguire con me o con altri professionisti. E’ una opportunità in più che abbiamo, perché non utilizzarla a nostro favore, nel modo giusto? Io, se fossi un paziente della Sicilia, lo utilizzerei per “studiare” il medico che potrebbe essere candidato ad operarmi, oltre a studiare molto bene il suo CV e le recensioni che lo riguardano.
Ecco, volevo spendere due parole sulle recensioni. Io credo sia un buono strumento per capire realmente le impressioni di altri pazienti che si sono rivolti a quel professionista. Come quando vogliamo andare fuori a cena o prenotare una vacanza, anche qui ha una utilità.
[Fonte: www.dossiersalute.com][/fusion_text][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]